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La Bce ci sta portando in territori inesplorati

Il rialzo dei tassi frena l’economia senza affrontare i fattori detonatori della fiammata inflazionistica, colli di bottiglia sul fronte energetico e agroalimentare

La presidente della Bce Christine Lagarde nelle sue ultime dichiarazioni è stata netta: “Il nostro lavoro non è ancora finito, a luglio ci sarà un nuovo rialzo dei tassi“, smentendo così anche le previsioni della maggioranza degli analisti finanziari che puntavano su una pausa nella lunga risalita dei tassi d’interesse.

Se guardiamo dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti, la situazione non cambia poi di molto, per un normale mutuo su una prima casa a trent’anni si viaggia stabilmente da settimane ad un tasso d’interesse intorno al 7 per cento. In Italia già oggi siamo ad un tasso medio per un mutuo del 4,12 per cento, se consideriamo i prestiti personali si viaggia normalmente tra il 9 ed il 10 per cento di Taeg.

Non è ancora chiaro fino a dove la Bce di Lagarde si vorrà spingere ed è ancora più difficile fare previsioni sulla tenuta di un sistema economico europeo uscito fragilissimo dalla pandemia Covid.

I rischi per l’economia

L’obiettivo di riportare l’inflazione sotto il 2 per cento attraverso esclusivamente politiche monetarie, rischia non solo di danneggiare la domanda, mandando così in fibrillazione tutti quei mondi produttivi che hanno grosse difficoltà di accesso al mercato dei capitali, se non a costi di finanziamento elevati.

Ma rischia di bloccare completamente tutta la strategia di riconversione green portata avanti dall’agenda climatista europea. Infatti, per realizzare appieno il sogno di un “mondo novo” veramente green servono enormi investimenti a 360° su moltissime filiere, alcune come l’immobiliare, l’automotive, i microprocessori.

L’aumento dei tassi, quindi, rischia di frenare gran parte dei pilastri strategici su cui si stanno fondando le politiche economiche dell’impalcatura europea, non risolvendo comunque i fattori detonatori della fiammata inflazionistica, determinati soprattutto da colli di bottiglia sul fronte energetico ed agroalimentare.

Italia sorvegliato speciale

L’eccessiva attenzione posta poi su Paesi come l’Italia, additati come sorvegliato speciale a causa dell’elevato debito pubblico, nascondono la smisurata esposizione economica dei nordics al mercato immobiliare domestico, addirittura, molto spesso finanziato con tassi variabili. Il recente successo del collocamento del Btp Valore con un pieno da 18 miliardi di euro fa ben sperare per le successive emissioni e favorisce un clima più sereno verso la Repubblica Italiana.

Le scelte della Lagarde e della sua Bce ci portano in territori inesplorati e non è detto che oggi chi teoricamente appare sulla carta più debole, come l’Italia, non ne esca più rafforzato, mentre Paesi considerati più solidi non si dimostrino invece piccoli giganti dai piedi d’argilla. Ahimè, da cittadini europei, scopriremo presto, proprio sulla nostra pelle, nei prossimi mesi, se le scelte della Lagarde saranno state quelle giuste.

Antonio Zennaro

da Atlantico Quotidiano