
Intervista a Paolo Ardoino, 39 anni, originario della provincia di Savona, Amministratore delegato di Tether, una piattaforma di stablecoin da piu’ di 110 miliardi di capitalizzazione.
Secondo la classifica di Forbes con un patrimonio di 3,9 miliardi di euro è al 26esimo posto tra i più ricchi d’Italia. Il suo patrimonio supera quello di Benetton e Elkann
In questo blog ci occupiamo di crescita finanziaria soprattutto per la fascia 30-50, per tanto, avere l’onore di ospitare l’intervista di un miliardario self-made, che si è fatto da zero, è un’opportunità unica.
La storia del Paolo Ardoino è indicativa, niente patrimoni ereditati, niente corsie preferenziali, ma tanto duro lavoro, sacrifici, e tanta creatività italiana in uno dei settori più innovativi dell’economia e della finanza.
Ringrazio Paolo Ardoino, perché tra le moltitudini di impegni, come gestire una delle società più in crescita a livello globale, ha trovato il tempo di rispondere alle mie domande.
Ecco l’intervista
- Qual è stata la sua motivazione principale ad entrare nel settore della blockchain e delle criptovalute all’inizio della sua attività imprenditoriale?
La motivazione che mi ha portato a lavorare in ambito blockchain e nel settore delle valute digitali è strettamente legata al mio profondo interesse per la finanza e la tecnologia, nonché il rapporto tra esse, che influenza e permette di concretizzare, nella mia visione, i principi di libertà di parola e di espressione.
Dopo aver contribuito allo sviluppo di software di gestione e trading per conto di fondi hedge, mi sono reso conto di come alcune scoperte e applicazioni recenti, a livello crittografico e informatico, potessero davvero rivoluzionare ciò che ruota intorno alle transazioni, democratizzando l’intero sistema finanziario. Il potenziale che ha la blockchain di creare reti e sistemi decentralizzati si allinea, quindi, con la passione che nutrivo e nutro per le applicazioni open-source e distribuite.
- Qual è stata la sfida più grande che ha dovuto affrontare nei primi anni di attività nel settore e come l’ha superata?
Di sfide ne ho affrontate molte, ma ho imparato col tempo che alle porte ce ne sono sempre di più grandi, soprattutto se, come me, lavori per perseguire l’innovazione. Agli inizi, infatti, facevo ricerca universitaria in merito a crittografia e high availability systems, ed è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto rispetto alla tecnologia che sta alla base del sistema finanziario, ambito che – lo ripeto – mi ha sempre affascinato.
Il tasso di innovazione applicabile era immenso, e questo mi ha portato a lanciare una mia app nel settore: un vortice in cui ho dovuto apprendere come mettere insieme una squadra, gestire dei fondi e tutto ciò che ruota attorno al fare impresa. Ma una sfida più grande era alle porte: Bitfinex, un exchange di criptovalute che stava già crescendo rapidamente, e doveva poter “girare” su un motore di trading che gli permettesse di mantenere i ritmi di espansione.
Le mie capacità si erano affinate ulteriormente, ed ecco che si prospettava un altro balzo in avanti: Tether, una stablecoin, uno strumento monetario pionieristico per raggiungere la libertà finanziaria.
Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta, e adesso, come CEO, nuove sfide mi si prospettano e non vedo l’ora di affrontarle: la prima di queste, sarà portare Tether a rivoluzionare ulteriormente il settore finanziario con altre tecnologie innovative adatte a quest’era digitale.
- Quali sono stati i fattori chiave che ha identificato come determinanti per il successo della sua attività in questo settore così innovativo?
Mi piacerebbe potervi dire che ce l’abbiamo fatta perché eravamo davvero bravi e avevamo una strategia fantastica, ma in realtà è successo perché USDt è utile e semplice da usare.
Prima del 2022, Tether non aveva un team marketing e nemmeno chi si occupasse di vendite e sviluppo di business. La gente ha cominciato a usare il nostro token perché aveva bisogno di una soluzione, e oggi USDt conta oltre 300 milioni di utilizzatori in tutto il mondo, con una particolare concentrazione nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo.
La ragione per cui oggi siamo estremamente impegnati a costruire un’infrastruttura sostenibile e resiliente per le comunità con minore accesso ai servizi bancari dipende anche da ciò.
A favore di tutti, ma soprattutto di chi ne necessita maggiormente, siamo impegnati a colmare il gap tra le persone e il sistema finanziario tradizionale, mediante l’applicazione delle più avanzate tecnologie peer-to-peer e blockchain, che consentono di dipendere sempre meno da organizzazioni centrali e intermediari.

- Quali consigli darebbe ai giovani imprenditori che desiderano avviare un’attività nel settore o più in generale che vogliono fare impresa nel settore dell’innovazione?
Adattabilità e resilienza sono i miei mantra: imparare dagli sbagli e ritenerli solo battute d’arresto dalle quali imparare e, cambiando consapevolmente, ripartire. Con l’obiettivo di risolvere problemi reali e di apportare valore tangibile alle persone, con soluzioni e processi aziendali che possano resistere perfino all’apocalisse e all’ira degli dei, se necessario, piuttosto che essere pensate solo per funzionare nel migliore dei casi o in paesi in cui lo stato di diritto e la connessione sono garantiti come fossero commodity.
“Imparare dagli sbagli e ritenerli solo battute d’arresto dalle quali imparare e, cambiando consapevolmente, ripartire.”
Paolo Ardoino Ceo Tether
- Qual è stato il momento più gratificante che ha vissuto finora nel suo percorso imprenditoriale e che cosa ha imparato da esso?
Di certo, essere testimone dell’utilità e della diffusione mondiale di USDt, e vederlo divenire la stablecoin di riferimento sul mercato mondiale. Ovviamente, ciò è dovuto anche a un aumento dell’instabilità finanziaria, soprattutto in alcune regioni del pianeta: sono dunque convinto che il nostro compito sia continuare a voler ottenere questo profondo impatto, nell’attuale scenario, mediante le nostre soluzioni tecnologiche.
Essere coerenti con questa, che è la nostra visione, e adattabili a ciò che le persone hanno davvero bisogno, credo sia la chiave per un successo a lungo termine.
Ringrazio Paolo Ardoino per la preziosa intervista e spero possa essere da grande stimolo per i tanti giovani (e non solo) imprenditori italiani che si occupano di innovazione nei rispettivi settori.
“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.”
Steve Jobs
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Fammi sapere nei commenti le tue esperienze con le criptovalute e la blockchain o se ci sono ambiti che vorresti vedere approfonditi in articoli futuri.