Nel panorama sempre più dinamico della finanza alternativa italiana, Opstart emerge come un pioniere che sta ridefinendo le regole del gioco.
In questa intervista esclusiva, Giovanpaolo Arioldi, CEO di Opstart, ci svela come la sua piattaforma, fondata nel 2015, si sia evoluta da una visione iniziale incentrata sul crowdfunding legale fino a diventare la prima piattaforma italiana a offrire tutti gli strumenti di finanziamento collettivo.
Con un record europeo di 16 milioni di euro raccolti in una singola campagna e l’acquisizione strategica di BacktoWork nel 2024, Opstart sta dimostrando come il crowdfunding non sia solo uno strumento di raccolta capitale, ma un potente acceleratore di crescita che unisce finanza, marketing e sviluppo commerciale.
Attraverso le parole di Arioldi, scopriamo i segreti dietro il successo della sua piattaforma e come sta plasmando il futuro del finanziamento alle imprese italiane.
Qual è stata la scintilla che l’ha spinta a fondare Opstart e come si differenzia dalle altre piattaforme di crowdfunding in Italia?
Quando nel 2015 ho iniziato ad approcciare il mondo del crowdfunding avevo in mente una nicchia ben precisa: utilizzare questo strumento per permettere alle PMI che si trovano ad affrontare una causa legale contro una controparte finanziariamente più forte di sostenere le spese grazie a una raccolta crowd, garantendo allo stesso tempo una remunerazione agli investitori che credono nel progetto, e quindi nel successo della causa.
I tempi non erano però ancora maturi: era stata appena varata la regolamentazione del crowdfunding, ma l’applicazione al settore legale era ancora piuttosto nebulosa, quindi abbiamo deciso intanto di aprire una piattaforma generalista e iniziare a familiarizzare con lo strumento.
Un approccio che abbiamo mantenuto nell’evoluzione successiva di Opstart: siamo partiti con l’equity crowdfunding, arrivando ora ad offrire alla nostra community anche lending e debt crowdfunding, caratterizzandoci come l’unica piattaforma in Italia che al momento mette a disposizione, sia di aziende che di investitori, tutti gli strumenti legati al crowdinvesting.
Negli ultimi anni, quali tendenze ha osservato nel panorama del crowdfunding italiano e come Opstart si è adattata a questi cambiamenti?
Sicuramente dopo il boom degli investimenti in equity crowdfunding, che abbiamo visto nel periodo Covid e in quello direttamente successivo, assistiamo ora a una contrazione del mercato per questo strumento.
Gli investitori, soprattutto negli ultimi due anni, si stanno orientando verso investimenti in lending crowdfunding, che si configurano come un vero e proprio prestito di capitali, i cui interessi vengono restituiti mensilmente e con tassi vantaggiosi rispetto al mercato, dall’8 al 12% annuo lordo.
Il fatto di aver scommesso sul lending crowdfunding già nel 2021, quando abbiamo lanciato il nostro verticale Crowdlender, ha di certo premiato.
Quali sono le sfide più comuni che gli imprenditori affrontano quando cercano di raccogliere fondi attraverso il crowdfunding e come Opstart li supporta nel superarle?
In primis la strutturazione finanziaria dell’operazione, che è peculiare rispetto ad altri strumenti di raccolta capitali, sia che si parli di equity che di lending crowdfunding: all’interno del nostro team abbiamo figure altamente specializzate, che accompagnano l’azienda a partire dalla valutazione iniziale, la redazione della cap table, il business plan, l’atto di aumento capitale e via via fino alla conclusione della raccolta.
Inoltre, per chi desidera utilizzare uno strumento come l’equity crowdfunding è importante avere ben chiaro che è necessario focalizzare energie e risorse sulle attività di marketing a supporto della campagna: il crowdfunding è uno strumento che consente alle aziende di farsi conoscere e raccogliere capitali dalla “folla”, come dice anche il nome stesso, rimane quindi fondamentale che il messaggio legato all’azienda e al prodotto o servizio che offre arrivi alle persone giuste per massimizzare gli effetti della raccolta.
Anche in questo caso, attraverso la figura del Campaign Manager, accompagniamo la società offerente nel percorso e individuazione della strategia più congeniale per una campagna di successo.
Come valuta l’impatto del crowdfunding sull’ecosistema delle startup italiane? Ritiene che stia cambiando il modo in cui le nuove imprese accedono ai capitali?
Più che per le nuove imprese, il crowdfunding finanziario può essere un’arma molto potente per le startup e PMI che si stanno concentrando sulla loro crescita ed espansione dopo 2-3 anni di attività: permette infatti di raccogliere capitali e allo stesso tempo veicolare il proprio modello di business e/o prodotti a un’ampia platea.
Se utilizzato nel modo giusto, il crowdfunding esprime il suo massimo unendo le esigenze finanziarie a quelle di marketing, incrementando esponenzialmente il potenziale commerciale dell’operazione. Inoltre, la finanza alternativa consente di costruire operazioni altamente personalizzate, che possono accompagnare e completare la finanza agevolata e quella tradizionale, per seguire e rispondere alle esigenze dell’azienda durante tutto il suo percorso di crescita, dall’early stage fino alla quotazione in borsa, con costi contenuti e burocrazia ridotta.
Il tutto sempre vigilato da Consob e Banca d’Italia, una garanzia in più per aziende e investitori.
Può condividere un esempio di un progetto di successo lanciato su Opstart che ha particolarmente colpito lei e il suo team?
Opstart ha ospitato la campagna di equity crowdfunding che ha raccolto di più in Europa, circa 16 milioni di euro raccolti nel corso di 29 tranche dall’azienda Forever Bambù, che si occupa di sostenibilità e compensazione delle emissioni di anidride carbonica. Una campagna che ha coniugato un business sostenibile (in tutti i sensi!) con azioni di marketing e ingaggio investitori oculate e pensate per arrivare all’obiettivo.
Oltre all’equity, nel corso degli anni Forever Bambù ha anche lanciato diverse campagne di lending crowdfunding, tutte rimborsate nei tempi previsti, che gli hanno permesso di unire perfettamente i diversi strumenti di crowdinvesting all’interno della strategia di sviluppo dell’azienda.
Quali consigli darebbe a un imprenditore che sta considerando il crowdfunding come opzione di finanziamento per la propria startup?
Per prima cosa di rivolgersi a dei professionisti – come appunto le piattaforme di crowdfunding autorizzate da Regolamento europeo 1503/2020 con delibera Consob e Banca d’Italia – per capire come può essere lo strumento adatto per la propria azienda, in quale forma o declinazione. In secondo luogo, cogliere l’occasione per sviluppare tutte le attività che questo mezzo consente per dare massima visibilità alla propria società.
Come vede evolversi il ruolo del crowdfunding nel panorama finanziario italiano nei prossimi 5-10 anni? Ci sono nuove opportunità o sfide all’orizzonte?
Sicuramente il Regolamento europeo 1503/2020 ha portato innovazione e grandi possibilità per le piattaforme di crowdfunding europee, che da novembre 2023 si possono ufficialmente affacciare su un mercato più ampio.
Penso che assisteremo a un’espansione di alcune piattaforme su più mercati e allo stesso tempo a un’aggregazione e contrazione del settore, che è diventato e sta diventando sempre più competitivo.
Proprio in quest’ottica, a 2024 Opstart ha acquisito la maggioranza del portale di equity crowdfunding BacktoWork, prima aggregazione di questo genere in Italia.
Oltre al capitale, quali altri vantaggi può offrire il crowdfunding a un giovane imprenditore o professionista che vuole lanciare o far crescere la propria attività?
Come accennato già in precedenza, il crowdfunding offre la possibilità unica di unire a una campagna di raccolta capitali una vera e propria campagna di marketing per dare visibilità all’azienda e ai servizi svolti, mobilitando allo stesso tempo investitori e possibili clienti/consumatori per la società.
Coniugato con finanza agevolata e tradizionale, può essere un ottimo alleato nelle diverse fasi di espansione dell’azienda, semplificando i processi e riducendo i tempi di attesa per l’ottenimento dei capitali: un esempio può essere il nostro Crowdbridge, che rappresenta un’operazione di bridge financing tra la vincita di un bando e il ricevimento dei fondi.
Nello specifico, una volta che l’azienda ha vinto il bando, costruiamo una campagna di lending crowdfunding su Crowdlender, che permette alla società di raccogliere in poco tempo il capitale necessario per far fronte alle spese del bando o per iniziare a utilizzare i fondi spettanti per la crescita aziendale.
Quando poi l’ente erogante corrisponderà l’importo dovuto dal bando, parte delle somme verrà utilizzata per rimborsare gli investitori: un’operazione win-win per tutti.
Conclusione
Il crowdfunding in Italia si evolve rapidamente, come evidenzia Giovanpaolo Arioldi nell’intervista.
Opstart emerge nel panorama della finanza alternativa italiana offrendo soluzioni complete di equity e lending crowdfunding per le PMI.
Con l’acquisizione di BacktoWork, il lancio di Crowdbridge e il successo della campagna record di Forever Bambù (16 milioni di euro), la piattaforma dimostra come il crowdfunding rappresenti oggi uno strumento strategico che unisce finanziamento e marketing per accelerare la crescita delle imprese italiane.
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