
Impatto sociale, decostruzione immobiliare e crowdfunding: il nuovo paradigma creato da Angelo Abate
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Nel cuore dell’Italia sta nascendo una delle rivoluzioni più sorprendenti del settore immobiliare. Non è solo questione di tecnologia, innovazione o numeri. È una questione di valori, di visione, di etica.
E quella di Angelo Abate, fondatore delle startup Gumpab e Unicorn, è una visione forte e chiara: trasformare il settore immobiliare italiano in un ecosistema trasparente, accessibile e ad alto impatto sociale.
Lo abbiamo intervistato per raccontare la sua storia e approfondire il suo modello, che unisce business, sostenibilità e libertà finanziaria. Una conversazione ricca di spunti per chi vuole davvero capire dove sta andando il real estate.
Intervista completa ad Angelo Abate
1. Angelo, sei partito da zero e oggi sei a capo di Unicorn Italia. Ci racconti il momento in cui hai capito che volevi trasformare la tua visione in un’impresa vera e propria?
Sono figlio di un’umile coppia di lavoratori con 3 figli, che hanno passato tutta la vita a pagare una casa che non potevano permettersi, acquistata per mancanza di educazione immobiliare e convinzioni sociali limitanti.
Ogni volta che arrivava il 5 del mese e doveva essere pagata quella rata, tutto diventava difficile.
Nel 2019, ho scoperto la piaga degli NPL in Italia, ovvero i mutui non pagati, e cosa succede a una famiglia che non riesce a rispettare quel debito contratto con troppa facilità.
Lì ho rivisto me bambino, e ho pensato che non avrei mai più voluto che un’altra famiglia passasse la vita a pagare una casa ed essere schiava del lavoro e di quella rata, solo per la mancanza di idee corrette sul debito e competenze finanziarie.
Così, il 3 marzo 2020, 7 giorni prima del lockdown, sono corso da un notaio a costituire Gumpab, perché seguivo dei media cinesi (visto che ho iniziato la mia attività di imprenditore a 14-15 anni importando prodotti dalla Cina e rivendendoli su eBay… una lunga storia) e avevo intuito che ci avrebbero rinchiuso… anche se non pensavo così tanto.
L’idea era quella di uscire dalla quarantena con un bel business plan.
La verità è che ne siamo usciti con un articolo su Il Foglio, in cui eravamo stati i primi in Europa ad acquistare una casa online.
Durante il lockdown, abbiamo avuto la fortuna di conoscere Corrado Sassu (oggi volto noto del format TV Case a prima vista), che ci segnalò un’opportunità a 200 metri da casa sua. L’abbiamo acquistata al volo: era di proprietà di ragazzi giovanissimi che avevano ereditato e non avevano più 1 euro durante il Covid.
Grazie a una tecnologia per la firma a distanza, abbiamo chiuso la proposta.
Lì è iniziata l’avventura della startup Gumpab, il cui progetto iniziale era quello di “stralciare debiti” e aiutare famiglie che avevano bisogno di vendere casa senza approfittarsene, utilizzando un metodo di conto economico alla rovescia che non specula sulla difficoltà economica, ma definisce un utile fisso per appartamento e offre il valore corretto indipendentemente dalla situazione del venditore.
Dopo l’exploit della prima operazione durante il Covid, ho capito che la nostra idea soddisfava un bisogno reale: acquistare immobili sottovalutati da proprietari con urgenze specifiche, senza che cadessero in disgrazia o venissero depredati.
L’utile di quell’operazione è stato di 70.000 euro… e noi eravamo già in utile alla prima operazione, senza collaboratori e senza costi fissi.
2. Nel tuo lavoro metti spesso al centro valori come sostenibilità e impatto sociale. Cosa significa per te “investire in modo etico” nel settore immobiliare oggi?
Come accennavo prima, noi abbiamo stravolto il concetto culturale dell’etica nel business. Io pubblico le imposte che pago, sia personali che aziendali, sui social, mostro le attività di donazione, e faccio tutto questo per ispirare gli altri.
Invito gli imprenditori a studiare le normative fiscali per efficientare le tasse e a non evadere per ignoranza, perché l’Italia è un Paese che, se hai le competenze, ti permette di pagare il giusto.
Il vero problema è che l’imprenditore spesso non ha competenze fiscali e si affida completamente al commercialista, che però non può applicare normative in modo efficace senza conoscere i flussi di cassa e l’organizzazione interna dell’azienda. È come chiedere a un medico di prescriverci farmaci senza visitarci, solo perché gli diciamo i sintomi.
L’impatto che stiamo portando nel settore immobiliare è davvero impressionante.
Abbiamo un protocollo etico secondo cui nessuno dei nostri affiliati può partecipare a un’asta se non applica il protocollo e non aiuta l’esecutato.
Le ditte edili che collaborano con noi vengono formate su finanza e gestione del cashflow. In molti casi, siamo noi a costruire i loro tariffari, perché ci siamo accorti che su alcune voci guadagnavano troppo e su altre perdevano tutto. Così abbiamo fatto i conti per loro e dato i prezzi corretti, perché strozzare un subappaltatore compromette la produttività dell’intero progetto.
A breve costituiremo un’associazione per gli esecutati. Il nostro obiettivo è insegnare l’educazione finanziaria a loro e ai loro figli gratuitamente, per evitare che ripetano gli errori delle generazioni precedenti.
Se parteciperanno ai corsi, li aiuteremo nella ricerca di appartamenti in affitto e, se necessario, forniremo fideiussioni per coprire i canoni. Li accompagneremo anche nella costruzione di un futuro senza dipendenza economica.
L’impatto sociale dell’educazione immobiliare è senza precedenti, se consideriamo che la spesa per la casa rappresenta in media il 50% delle uscite mensili di una famiglia, per quasi tutta la vita.
3. Uno dei concetti cardine del tuo approccio è la “decostruzione immobiliare”. Di cosa si tratta e perché può diventare un modello per le città del futuro?
La decostruzione è il cuore di tutto il progetto.
Per decostruzione intendiamo un nuovo modo di concepire la vita e tutte le nostre decisioni. Infatti, oltre a essere una tecnica edilizia già utilizzata in Francia, la decostruzione è una filosofia ben nota nata da Jacques Derrida, che propone il concetto di andare “oltre l’ovvio”. E noi l’abbiamo applicata alla lettera.
Ci siamo chiesti: è davvero necessario abbattere interi palazzi per renderli efficienti?
La risposta è arrivata dai nostri studi, in collaborazione con diverse università: no, non è necessario.
Abbiamo scoperto che potevamo non demolire, riutilizzare parte dei materiali sul cantiere per rigenerare gli edifici, e soprattutto abbiamo compreso due cose fondamentali:
- Demolire un edificio genera una quantità enorme di rifiuti speciali da smaltire, oltre a una nuova produzione di CO₂ derivante dall’estrazione di minerali e materie prime per cemento e altri materiali.
- Anche se si costruisce un nuovo edificio in classe energetica A, ci vogliono decenni per recuperare il danno ambientale generato dalla demolizione.
Ancora più sorprendente, grazie a una tecnica da noi brevettata, senza demolire, possiamo raggiungere le stesse performance energetiche A3/A4 di una nuova costruzione, senza nemmeno utilizzare il cappotto termico, che a sua volta rappresenta un problema ambientale enorme per via dei futuri smaltimenti e della CO₂ emessa per produrlo.
È stata una vera svolta.
Tutto grazie a questa filosofia che oggi ci appartiene: pensare oltre l’ovvio.
Se vogliamo davvero aiutare l’ambiente, non possiamo continuare a distruggere, ma dobbiamo recuperare ed efficientare. Perché distruggere significa riempire discariche e consumare risorse del sottosuolo che non ci porteranno alcun reale beneficio.
L’uomo e l’ambiente devono venire prima del business.
Purtroppo, le decisioni vengono spesso prese solo in funzione del Dio denaro.
Ecco perché sono le persone comuni a dover comprendere che non tutto ciò che viene raccontato dai media rappresenta la verità o la cosa giusta da fare.
4. Unicorn ha reso accessibili gli investimenti immobiliari anche a chi parte con piccoli capitali. Come vedi il ruolo del crowdfunding in Italia, e quali opportunità può offrire a chi vuole iniziare oggi?
Il crowdfunding è, a mio avviso, il più potente strumento di liberazione delle masse.
Ad oggi, sono ancora meravigliato che le grandi lobby abbiano permesso lo sviluppo di uno strumento del genere, capace di rivoluzionare un settore ultra-lobbista e normatizzato come quello del debito e degli investimenti.
Stiamo per assistere alla nascita della prima generazione di “banche del popolo”, e questo è qualcosa di sensazionale.
Tra qualche anno, le persone potranno chiedere un mutuo non solo alla propria banca, ma anche al proprio quartiere, o persino ai propri follower su Instagram.
È una rivoluzione sociale senza precedenti.
Il crowdfunding rappresenta un’opportunità concreta per disintossicare l’economia dal potere centralizzato e dall’accentramento bancario.
È una possibilità reale per le persone comuni di accedere a investimenti che, fino a ieri, sarebbero stati disponibili solo attraverso l’intermediazione bancaria.
E tutto questo, senza costi, in maniera gratuita.
Mai era successo nulla di simile nella storia dell’economia.
5. Recentemente hai collaborato con la comunità di San Patrignano per il progetto “Casa Libera Tutti”. Qual è stata l’idea alla base dell’iniziativa e quali risultati ha portato?
Il mio rapporto con la Comunità di San Patrignano nasce da una visione comune: lottiamo insieme per la libertà e l’indipendenza dell’individuo.
La loro missione è quella di aiutare le persone a liberarsi dalle dipendenze da stupefacenti, ludopatia e alcol.
La nostra missione, invece, è aiutare le persone a liberarsi dalla schiavitù del lavoro e dalle dipendenze e manipolazioni di massa che le grandi lobby hanno creato, spingendo milioni di persone verso una vita di consumismo, ego e ricerca dell’accettazione sociale.
In pochi sanno che cocaina e consumismo attivano lo stesso meccanismo neurologico: generano benessere e dipendenza attraverso la dopamina, lo stesso neurotrasmettitore.
Questo ci ha portato a una riflessione profonda: non è solo droga ciò che crea assuefazione, ma anche il modello sociale in cui viviamo.
Questa consapevolezza ha dato vita a CASA LIBERA TUTTI, un progetto che è molto più di un’iniziativa immobiliare: è pura magia, frutto di un allineamento etico e spirituale tra due missioni che parlano la stessa lingua.
6. La tua Unicorn Real Estate Business School sta formando una nuova generazione di investitori immobiliari. Quali competenze ritieni davvero fondamentali per chi vuole intraprendere questo percorso nel 2025?
Unicorn è la nostra filosofia, la nostra community: un insieme di persone che vogliono essere libere e indipendenti.
All’interno di Unicorn, abbiamo sviluppato una scuola di formazione professionale sugli investimenti immobiliari, con l’obiettivo di diffondere la nostra visione agli operatori del settore che desiderano creare vero valore, aiutare gli altri, rispettare l’ambiente e diventare un esempio positivo in un mondo spesso dominato da opportunisti e palazzinari avidi.
Ciò che insegniamo ai nostri studenti è che prima del “fare”, c’è “l’essere”.
Se vuoi davvero prosperare nella vita e nel settore immobiliare, sì, le competenze sono fondamentali. Ma il vero segreto è essere una bella persona, una persona pronta a dare prima di voler ricevere.
Questa è la nostra formula magica. E funziona dannatamente bene.
Una delle frasi che ripetiamo spesso nei nostri corsi è:
“L’azienda si espande all’espandersi dell’essere delle persone che la compongono.”
Non c’è molto altro da aggiungere. Se non che il nostro è un nuovo “deal” dell’imprenditoria italiana, ben lontano dai vecchi paradigmi basati su speculazione e corto respiro.
Unicorn rappresenta una nuova era per chi vuole costruire con valore, impatto e coscienza.
7. Gumpab integra soluzioni tecnologiche avanzate come l’IA e la blockchain nel settore real estate. Quali sono, secondo te, le tecnologie che rivoluzioneranno il mercato immobiliare nei prossimi anni?
È ormai evidente che l’intelligenza artificiale rivoluzionerà anche il settore degli investimenti immobiliari.
Ma a mio avviso, non sarà l’unica forza trasformativa: anche le nuove tecnologie di produzione e distribuzione avranno un impatto decisivo nel cambiare le regole del gioco.
Nel nostro caso, stiamo lavorando a un progetto ambizioso: un marketplace immobiliare globale, simile ad Amazon, ma interamente dedicato al real estate.
Una sfida impressionante anche solo da concepire, ma su cui abbiamo già tracciato la rotta da anni.
Questa sarà la grande sfida della nostra epoca per la community Unicorn:
rendere possibile, per chiunque nel mondo, l’accesso a investimenti immobiliari sicuri,
così da liberarsi dalla dipendenza dal lavoro e iniziare a vivere di rendita.
Il nostro obiettivo è chiaro: permettere alle persone di decidere quando smettere di scambiare il proprio tempo per denaro.
Perché la vera libertà finanziaria inizia quando puoi scegliere il tuo tempo.
8. Qual è stato il momento più difficile del tuo percorso imprenditoriale, e cosa ti ha aiutato a superarlo?
Oggi, e lo dico con convinzione, spero che il momento più difficile arrivi ancora domani. E poi dopodomani. E chissà… magari non smetta mai.
Sono partito dal nulla — anzi, da sotto zero — 20 anni fa, e oggi so con certezza che le difficoltà più dure sono il segnale che stai andando alla velocità giusta per fare davvero la differenza nel mondo.
Quando vai piano, le difficoltà sono normali. Ma quando corri 1000 volte più veloce della media, tutto si amplifica.
Io e il mio team ringraziamo ogni difficoltà, perché sono il seme del successo.
In soli 5 anni siamo passati da 200.000 euro di fatturato a oltre 15 milioni di euro con tutto il gruppo.
Credo che le sfide affrontate ci abbiano resi più forti, più uniti, più consapevoli.
Oggi ho una squadra di manager e collaboratori con cui andrei in guerra, e sono certo che loro farebbero lo stesso per me.
Il nostro segreto? Siamo una famiglia-azienda.
Ogni giorno, cerchiamo attivamente la nostra prossima difficoltà, perché prima l’affronti, prima raggiungi il next level.
E cosa ci dà la forza per superarle sempre?
Il fatto che questa non è solo un’azienda: è una missione.
Siamo molto, molto più di un’impresa.
9. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro di Unicorn e Gumpab? Hai una visione di lungo periodo che puoi condividere con i lettori?
Come abbiamo sempre comunicato, il nostro obiettivo è creare la prima piattaforma al mondo dedicata alla più grande community di persone che desiderano vivere libere e indipendenti dalla dipendenza dal lavoro.
Il nostro modello punta a rendere possibile la vita di rendita attraverso investimenti immobiliari sicuri, accessibili e consapevoli.
Per questo, la nostra visione di lungo periodo è chiara:
continuare ad accrescere la community Unicorn e permettere a chi condivide i nostri valori di unirsi a questo movimento,
con l’ambizione di scrivere una nuova pagina della storia dell’imprenditoria moderna.
Non stiamo costruendo solo una piattaforma tecnologica, ma un ecosistema culturale ed economico, in cui la libertà personale e l’impatto sociale vanno di pari passo.
10. Che messaggio ti senti di lasciare ai giovani imprenditori che vogliono costruire qualcosa di significativo partendo da poco?
Il messaggio che porto ai giovani — anche quando vado nelle scuole a tenere i miei speech — ha sempre una base comune: prima chi, poi cosa.
Che tu abbia un sogno, una passione o una grande missione, il primo passo è trovare le persone giuste con cui condividere il viaggio.
Perché con il team giusto, qualsiasi cosa tu faccia sarà un successo.
Una volta trovate le persone, ricordati che il miglior uso che puoi fare delle tue capacità è creare qualcosa che porti benessere reale, qualcosa che allevi la sofferenza dell’umanità.
Perché la verità è questa:
per la maggior parte delle persone, la vita è una lotta continua.
Se riesci ad aiutare anche solo una parte di quel mondo a vivere meglio, attraverso i tuoi prodotti o i tuoi servizi, allora stai già facendo qualcosa di straordinario.
E questa — più di ogni altra — è una ragione profonda per costruire, innovare e agire con intenzione.

Conclusione: Angelo Abate e il nuovo volto dell’imprenditoria immobiliare
La storia di Angelo Abate dimostra che è possibile costruire imprese solide partendo da zero, mettendo al centro etica, sostenibilità e impatto umano. Con Gumpab e Unicorn, non ha solo innovato un settore: ha dato vita a un nuovo modello imprenditoriale, capace di coniugare profitto e valore sociale.
In un’Italia dove l’immobiliare è ancora visto da molti come un terreno opaco e dominato dalla speculazione, Angelo Abate offre una visione diversa: trasparente, evoluta, inclusiva.
La sua è una chiamata all’azione per tutti coloro che vogliono creare ricchezza vera, migliorando il mondo attorno a sé.
Un esempio concreto che un’altra impresa è possibile e sta già accadendo.
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Angelo è un visionario, ho partecipato a numerosi suoi eventi ed ogni volta riesce a meravigliarmi per la capacità di vedere oltre le cose e proiettarsi almeno 10 anni avanti. Ho avuto modo di appurare la sua forte volontà nell’aiutare gli altri a vincere, sia in ambito immobiliare sia soprattutto come persone. Bella intervista e belle risposte 🙂